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Complice un’annata 2013 più fresca e meno afosa, il vigneto di Samperi è apparso nella sua versione più rigogliosa e verdeggiante, regalando delle uve Grillo più vigorose, vive e “di un verde inatteso”. Uve che ben si sono prestate a un’idea che affascina la cantina da tempo e che, in parte, trova già la sua realizzazione nello spumante metodo classico: produrre un vino che sia l’espressione più giovane, fresca e viva del vitigno Grillo e del suo territorio.
Vini integrati nel territorio attraverso la sperimentazione in chiave tradizionale. Dal latino integer, e cioè integro, questi vini realizzati solo con vitigni autoctoni, trovano nei nostri territori il loro habitat naturale, poiché acclimatati da millenni. I vini INTEGER sono maturi al raggiungimento della loro naturale stabilità
Nel 1990, senza stravolgere la tradizione secolare, piuttosto puntando ancora sul vitigno autoctono per antonomasia, il Grillo, Marco avviò la produzione del suo primo vino bianco da tavola. Un vitigno austero, fino ad allora sconosciuto, utilizzato solo per la produzione del Marsala.
Da uva zibibbo nasce Gibelè, un bianco secco e fresco, con intensi profumi di mela verde, rosa bianca ed erbe aromatiche.
Uno Charmat lungo, dal perlage sorprendentemente fine, da uve insolia di Pianetto.
Il sapore del mare. Da un vigneto, a un passo dal mare, un vino di piacevolissima beva, dove l'acidità, la sapidità e le note iodate si combinano con quelle di fiori e agrumi
Il Re sulla sabbia: da una vigna del 1975 su una duna di sabbia e terra rossa, si ottiene questo vino avvolgente, dal colore profondo, con intensi profumi di mandorla e nocciole tostate
Nel 1997 Marco ritenne fosse arrivato il momento di produrre un vino frutto del connubio tra due territori, un blend perfetto delle due varietà che caratterizzano la produzione aziendale, il Grillo e lo Zibibbo. Un vino che vuole esprimere in chiave innovativa la forza, la semplicità e la purezza del sole di Marsala e del vento di Pantelleria.
Fu in onore al territorio, alla contrada di Samperi, nell’entroterra marsalese, arida terra calcarea ricca di minerali, prezioso elemento nutritivo dei vigneti, che il primo vino di Marco De Bartoli prese il nome: “Vecchio Samperi”. La radice di partenza dalla quale sviluppare e diffondere il concetto di “territorialità”.
Mai stanco di sperimentare, nel 1988 Marco De Bartoli volle cimentarsi anche con questa tipologia di marsala, da sempre e volutamente tenuta da parte, poiché l’unico vino a potersi fregiare dell’aggettivo “vergine” era secondo la sua personale visione il Vecchio Samperi, ottenuto senza alcuna aggiunta di alcol.
Questa speciale riserva di Vecchio Samperi inizia il suo percorso d’invecchiamento proprio nel 1978, quando Marco De Bartoli ripristina il metodo “perpetuo” o Solera nel Baglio di Samperi, per produrre il vino tradizionale della zona, detto localmente stravecchio, all’origine del più famoso vino Marsala
Dalla tenuta che dall’alto domina la Riserva naturale dello Stagnone e guarda le isole Egadi, un bianco di grande carattere e tipicità aromatiche complesse.
Il Salinaro, dal nome delle saline che sorgono lungo la costa, le cui brezze donano grande sapidità alle uve. Da uve grillo, è un bianco fresco ed equilibrato, vino di terroir per eccellenza.
Kelbi, giardino rigoglioso su un ventilato altopiano, prende nome dalla dinastia araba che ha reso florida la terra di Sicilia. È qui che da uve catarratto nasce un bianco elegante e fruttato, figlio di un clone di catarratto certificato Pellegrino.
Dianthà significa fiore divino. Leggero, etereo, floreale, si caratterizza per la sua piacevole nota petillant
Da uve autoctone coltivate con metodo biologico in perfetta armonia con l’ambiente, un bianco leggero, sapido e fragrante, che con le sue note fresche e naturali, coniuga qualità e rispetto del territorio.