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Attesa del tempo più lieto,
aspetto e vedo i suoi frutti.
Intorno la quiete si muove,
natura di bacche e di mare.
Arriva il momento di luce,
profuma, mi inebria e permane.
La forza racconta tensione
avanza rubino il colore.
Profumi maturi e speziati
si insinuano in corpi palati.
Avanza e mostra poi fiera
la grazia che scorre leggera.
Si tratta di un Sigillo notarile del fine '800 appartenuto a Francesco De Stefano antenato e fautore della coltivazione dell'uva da mosto. Il Sigillo è anche il "punto" ad una crescita qualitativa dei vini, che porta di fatto l'azienda a slanciarsi sui mercati internazionali.
La riserva personale, le prime tre botticelle di famiglia, furono la base per la prima annata del 3 Carati. Il carato, seme del carrubbo, nel numero di tre raggiungeva quasi il peso medio dell'acino del Nero d'Avola, uva usata per la produzione di questo piacevolissimo rosso.
L’attesa di un nobile gesto,
le viti incrociate Vittoria.
La mano che tende alla terra,
montagne e dune di mare.
Le vigne, conquista sapiente,
con Grazia una nuova dimora.
Majara è il nome del secondo progetto dei fratelli Bertolino. Dopo aver subito una “majarìa d’amuri” (colpo di fulmine) per una vecchia vigna, Salvatore e Gabriele hanno deciso di adottarla per la produzione di un nuovo vino derivato un vitigno reliquia.
Il termine Majàra (maga) soleva indicare una donna che, attingendo la sua forza dalla conoscenza della natura, attraverso formule magiche, riusciva a guarire da mali fisici e dalle cosiddette “fatture”.